La Cappella Sistina si trova all’interno dei Musei Vaticani, nella Città del Vaticano.
Ma cosa si deve fare per visitare la Sistina e quali sono le opere più importanti da ammirare?
Per prima cosa è importante sapere che la Cappella Sistina si trova all’interno dei Musei Vaticani di cui è parte integrante. Per questo, per avere accesso alla cappella è necessario fare il biglietto d’ingresso ai musei papali.
Prenota il biglietto per la Cappella Sistina
Questa sacra cappella è famosa in tutto il mondo per i capolavori d’arte che custodisce e per essere la sede delle cerimonie papali più importanti. Infatti, proprio al suo interno si riunisce il Conclave per l’elezione del pontefice.
Già al tempo dei Papi di Avignone la Cappella Sistina veniva utilizzata per le cerimonie della corte papale. Alle cerimonie del calendario liturgico partecipavano i personaggi più illustri della città tra cui i cardinali, i senatori e i conservatori romani e i diplomatici più meritevoli. Il pontefice pensò quindi che, per rendere omaggio ai personaggi importanti che frequentavano la sua corte, la Cappella Sistina doveva essere particolarmente fastosa. A tale scopo furono così contattati i più grandi artisti dell’epoca che hanno quindi contribuito alla realizzazione di quella che oggi è forse uno dei capolavori d’arte più famoso e visitato al mondo, meta di milioni di visitatori ogni anno.
Come già accennato, dal 1878 e ancora oggi, la Cappella Sistina è la sede dove si riunisce il Conclave, l’assemblea che elegge il nuovo Papa. Il Conclave avviene solo in caso di decesso del Papa o rinuncia dello stesso al mandato. I Cardinali si riuniscono quindi all’interno della Cappella Sistina e danno il via alle votazioni per l’elezione del nuovo pontefice.
La Cappella Sistina è così chiamata perché fu proprio Papa Sisto IV della Rovere, il pontefice astuto, ambizioso e colto, che ne ordinò il restauro fra il 1473 e il 1481. La Cappella Sistina è soprattutto nota per gli affreschi che la decorano in particolar modo per la maestosa opera di Michelangelo Buonarroti che affrescò la magnifica volta e la parete dietro all’altare maggiore.
Michelangelo non è però l’unico artista di fama ad aver lavorato alla realizzazione della Cappella Sistina. Infatti, Sisto IV incaricò anche altri pittori di spicco per decorare le pareti. Fra questi ci sono Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio e Pietro Perugino.
Le dimensioni grandiose della Cappella Sistina
La Sistina viene denominata “cappella”, ma le sue dimensioni non sono certamente quelle di una piccola cappella, quanto piuttosto quelle di una basilica. La pianta basilicale, quindi di forma rettangolare, misura 40,93 metri di lunghezza per 13,41 metri di larghezza. Ha un altezza di quasi 21 metri ed è coperta da una volta a botte ribassata. Il pavimento del XV secolo è composto da tarsie policrome in marmo in stile cosmatesco. Molti storici grazie alle dimensioni della cappella hanno notato una grande similitudine con la grandezza del tempio del Re Salomone a Gerusalemme. Molto probabilmente Papa Sisto IV non voleva mostrarsi inferiore agli occhi altrui.
La Volta della Cappella Sistina
La Volta fu realizzata da Michelangelo Buonarroti tra il 1508 e il 1512, arrivando a realizzare un affresco dalle impressionanti dimensioni, 4093 x 1341 cm.
Fu Papa Giulio II che commissionò al grande Michelangelo la decorazione della Cappella Sistina. Michelangelo decorò la volta rappresentandovi le storie della Genesi, più altri personaggi dell'Antico Testamento. Ad oggi, l'opera è considerata uno dei capolavori più importanti dell'arte occidentale.
Michelangelo progettò una grande opera per la rappresentazione di 9 episodi del libro della Genesi. Le scene rappresentate sono: Separazione della luce dalle tenebre (Genesi 1,1-5), Creazione degli astri e delle piante, (Genesi 1,11-19), Separazione della terra dalle acque (Genesi 1,9-10), Creazione di Adamo (Genesi 1,26-27), Creazione di Eva (Genesi 2,18-25), Peccato originale e cacciata dal Paradiso terrestre (Genesi 3,1-13.22-24), Sacrificio di Noè (Genesi 8,15-20), Diluvio universale (Genesi 6,5-8,20), Ebbrezza di Noè (Genesi 9,20-27).
Di seguito, cercheremo di descrivere nel modo più dettagliato possibile i nove episodi realizzati.
Le scene della Genesi affrescate sulla volta
La Separazione della luce dalle tenebre fa parte del secondo blocco. Nonostante sia il primo episodio in ordine di lettura, questo riquadro fu l'ultimo dei principali ad essere realizzato. Si tratta di un affresco di circa 180 x 260 cm. L'affresco fa parte di una serie di tre episodi relativi alla Creazione del mondo. In questa rappresentazione domina la figura del Creatore che fluttua sullo sfondo chiaro. La figura principale risulta impegnata nel proprio atto generativo mentre da forma a ogni cosa, generando luce e tenebre.
La Creazione degli astri e delle piante è parte dei tre episodi legati alla Creazione del Mondo. Osservando l'affresco noterete che Dio è rappresentato due volte in due prospettive diverse: sia frontale che retrostante. Questo permette a chi osserva l'opera di godere l'immagine da più punti di vista, come se fosse una statua. La figura di destra pare straordinariamente potente; con uno sguardo severo spalanca le braccia per creare il sole e la luna, indicando entrambi gli astri con le mani. Invece, la figura di sinistra, presentata di schiena, è intenta nella creazione del mondo vegetale con l'indice destro in avanti che sta dando vita alle piante. Le due figure appaiono complementari tra loro, grazie anche al vento che smuove le vesti e ne scompiglia la barba e i capelli.
La Separazione della terra dalle acque misura 155 x 270 cm ed è stata realizzata intorno al 1511-12. In questo affresco, il Creatore si muove sopra l'immensa distesa delle acque, con a seguito una corte di angeli. Il Dio Padre distende e spalanca le braccia concentrando lo sguardo sulla propria creazione. Nella Separazione della terra dalle acque dominano colori violacei e toni freddi, come in tutte le altre immagini appartenenti alla seconda fase della decorazione della Volta.
La Creazione di Adamo è la scena più nota e complessa dipinta dal Buonarroti. L’affresco ha come protagonisti Adamo e Dio che Michelangelo sceglie di rappresentare un momento prima di toccarsi. A destra è rappresentato Dio, con indosso un abito rosa, sospeso all’interno di un nimbo sorretto da angeli e cherubini. La lunga barba e i capelli grigi sono mossi dal vento. A sinistra, invece, Adamo è rappresentato di profilo disteso su un prato che si affaccia su un pendio erboso. Completamente nudo con il braccio sinistro poggiato sul ginocchio destro, mentre con il braccio destro a terra tiene il busto sollevato.
I lineamenti di Adamo sono quelli di un giovane uomo forte e muscoloso che osserva in direzione di Dio sollevando il braccio sinistro verso di lui. Stessa cosa avviene con Dio, il quale allunga il braccio destro verso la figura di Adamo. L'incontro tra i due avviene su uno sfondo privo di dettagli.
La Creazione di Eva è un affresco che occupa esattamente il centro della volta della Cappella Sistina. Michelangelo realizzò solo tre figure che andarono a riempire tutto il riquadro. Le tre figure sono: Adamo addormentato da Dio giacente a terra, Eva creata da una costola dell'uomo che riceve la vita e Dio Padre che benedice la nuova creatura. Il paesaggio è molto essenziale, infatti se l'artista avesse inserito altre figure i personaggi principali si sarebbero persi nella scenografia e il tutto sarebbe stato alterato.
Il riquadro centrale è circondato da quattro ignudi che sorreggono i medaglioni bronzei.
Il Peccato originale e la cacciata dal Paradiso terrestre è un affresco databile 1510. E' diviso in due metà (bene e male) dall'albero della conoscenza. A sinistra si notano le fronde dell'albero, le rocce e un cielo limpido. Adamo sembra prendere un frutto, mentre il serpente tentatore, che alla fine si rivela una figura femminile, è avvolto intorno al fico e convince Eva a prendere il frutto peccatore. A destra, invece, la scena diventa più desolata. Infatti, l'angelo vestito di rosso scaccia dal Paradiso con la spada Adamo e Eva che dalle loro espressioni si mostrano pieni di dolore e disperazione.
Il Sacrificio di Noè è un affresco che raffigura Noè dopo aver salvato dal diluvio l'arca con tutto il suo carico. L'impresa compiuta da Noè gli permette di riappacificarsi con il Creatore e questo è uno dei momenti principali delle storie della salvezza. La storia ci racconta che saranno i discendenti di Noè a liberare il popolo d'Israele dalla schiavitù per poi prepararlo alla venuta di Cristo.
Il Diluvio universale è il primo riquadro della volta della Cappella Sistina che Michelangelo affrescò. Rispetto agli altri riquadri in questo sono rappresentate più figure, anche per esprimere al meglio la drammaticità del momento. C'è chi si carica sulle spalle figli e mogli: è nelle situazioni più critiche che l'uomo dà il meglio o il peggio di sé. Infatti, c'è chi tenta di salvare le altre persone, ma anche chi pensa solo a se stesso fregandosene di ciò che sta accadendo intorno a lui, soprattutto alle persone che potrebbe aiutare.
L'Ebbrezza di Noè è un affresco realizzato da Michelangelo intorno al 1508-1510.
La scena si sviluppa in un ambiente interno illuminato dalla luce proveniente dall'apertura della finestra a sinistra. Il patriarca nudo ed ebbro è disteso su un basso e fragile giaciglio e accanto a lui si nota una brocca e una ciotola. A destra, sono raffigurati i suoi figli, completamente nudi che, appena accorti dell'ebbrezza del padre, lo vogliono coprire con un manto. Il figlio nel mezzo indica il padre compiendo in questo modo un gesto di derisione, per questo motivo al suo risveglio Noè ne maledirà la stirpe.
Tra un trono e l’altro vi sono figure d'ignudi che reggono ghirlande di foglie di quercia e medaglioni bronzei. Nelle lunette e nelle vele sono rappresentate le quaranta generazioni degli antenati di Cristo.
I Profeti sono: Giona, Isaia, Ezechiele, Daniele, Geremia, Zaccaria, Gioele (da sinistra verso destra). Alcuni critici sostengono che i profeti simboleggiano i sette doni dello Spirito Santo.
Le Sibille sono: Persica, Libica, Eritrea, Delfica, Cumana (nelle foto da sinistra verso destra).
I sette profeti e le cinque sibille sono posti in modo alternato difronte ai Profeti, Giona, Geremia messo di fronte a Libica, Persica posta difronte a Daniele, Ezechiele dinanzi alla Cumana, Eritrea di fronte a Isaia, Gioele difronte a Delfica, e infine, Zaccaria.
Quasi tutte le Sibille sono raffigurate nell’atto di annunciare, mentre Geremia si presenta assorto nei suoi pensieri. Daniele invece è intento a scrivere il suo Libro. Il Profeta Giona viene invece rappresentato con lo sguardo rivolto verso l’alto e alle sue spalle un grande pesce, teso a ricordare le vicende legate alla salvezza in mare.
La volta della Cappella Sistina: qual è la simbologia dell'opera?
Realizzando la volta, Michelangelo Buonarroti si è voluto concentrare sulla centralità dell'uomo nell'universo creato da Dio. Michelangelo insieme ai teologi della corte papale realizzò vari episodi che raccontano la vicenda umana. Inoltre dovettero creare delle relazioni con gli affreschi già esistenti sulle pareti. Partirono illustrando l'Ebbrezza di Noè fino ad arrivare alla Creazione di Adamo. Questa sequenza fu elaborata in modo da attenersi il più possibile alle teorie della filosofia Neoplatonica.
Le problematiche per la realizzazione della volta
Per realizzare le nove scene tratte dalla Genesi, le difficoltà non furono poche. Nonostante la superficie fosse vastissima, Michelangelo rifiutò l'aiuto di altri collaboratori. Il primo problema riscontrato è sicuramente quello legato all'altezza, infatti i costi per i ponteggi furono molto elevati. Altro problema è la curvatura della volta che comportò problemi di distorsione ottica.
Le pareti della Cappella Sistina
Osservando le pareti della Sistina è possibile notare la tipica decorazione quattrocentesca costituita da: finti tendaggi, le storie di Mosè (pareti sud e ingresso) e di Cristo (pareti nord e ingresso) e i ritratti dei Pontefici (pareti nord, sud e ingresso). Tale decorazione fu compiuta da alcuni importanti pittori come Pietro Perugino, Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio e Cosimo Rosselli. La realizzazione degli affreschi ebbe inizio nel 1481 e terminata l'anno dopo, 1482.
Parete sud
Le storie di Mosè iniziavano dalla parete dell'altare con la Nascita e il Ritrovamento di Mosè del Perugino, un affresco andato perduto al tempo della realizzazione del Giudizio Universale del grande Michelangelo.
Oggi, il ciclo dell'Antico Testamento parte dal Viaggio di Mosè in Egitto, e in un unico riquadro sono rappresentati il Congedo dal suocero Ietro, il Ritorno in Egitto con la famiglia, la Circoncisione del secondogenito.
Il secondo riquadro descrive alcuni fatti della vita di Mosè: l'uccisione dell'egiziano, la lotta con i pastori per difendere le figlie di Ietro e la visione del roveto ardente.
Il terzo affresco illustra il Passaggio del Mar Rosso, cui segue la Consegna delle Tavole della Legge dove sono narrati simultaneamente la Salita di Mosè sul Monte Sinai per ricevere le Tavole della Legge, l'Adorazione del vitello d'oro, la Punizione degli ebrei idolatri e il ritorno del Profeta con le nuove Tavole della Legge.
Inoltre, il quarto riquadro illustra la Punizione di Core, Datan e Abiram, sacerdoti ebrei che negavano a Mosè e Aronne l'autorità civile e religiosa sul popolo eletto. Essi furono per questo inghiottiti dalla terra e consumati da un fuoco invisibile insieme alle loro famiglie. L'ultimo affresco mostra il Testamento e morte di Mosè dopo essere giunto in vista della Terra Promessa.
Infine, il ciclo si conclude sulla parete d'ingresso con la Contesa sul corpo di Mosè.
Ai lati delle finestre dentro alle nicchie a coppie sono disposti i Pontefici. I diversi personaggi si distinguono grazie alla posizione e alla fisionomia dei gesti. Spesso sono realizzati con in mano un libro, un rotolo oppure in atto di benedizione.
Nelle lunette e nelle vele soprastanti Michelangelo ha rappresentato gli antenati di Cristo. Nel corso degli anni, ci sono stati diversi tentativi di collegare i nomi scritti sulle targhe ai personaggi raffigurati, ma fino ad ora non è stato possibile stabilire un'identificazione certa.
Parete nord
Le Storie di Cristo iniziavano con la Natività eseguita dal Perugino sulla parete dell'altare, poi distrutta dal Giudizio Universale. Oggi, le storie di Cristo partono dal secondo riquadro che rappresenta il Battesimo, le Tentazioni di Cristo e la Purificazione del lebbroso.
Il terzo raffigura in primo piano la Vocazione dei primi apostoli Pietro e Andrea, mentre sullo sfondo è la chiamata di Giovanni e Giacomo.
Il quarto riquadro illustra il Discorso della montagna e la guarigione del lebbroso.
Il quinto mostra la Consegna delle chiavi, vale a dire la trasmissione dei poteri da Cristo a Pietro, suo vicario, oltre ai due episodi del Pagamento del tributo e della Tentata lapidazione di Cristo sullo sfondo. Su questa parete è rappresentata l'Ultima Cena, dove sono raffigurati tre episodi della Passione: Orazione nell'orto, Cattura di Gesù, Crocifissione.
Infine, il ciclo si conclude con la Resurrezione di Cristo sulla parete d'ingresso.
Il Giudizio Universale di Michelangelo
Sulla parete dietro l'altare si trova uno dei lavori più famosi nel mondo dell'arte moderna, il Giudizio Universale. L'opera è stata commissionata da Papa Clemente VII. Il Papa mostrò da subito il desiderio di vedere all'interno della Cappella un giudizio universale, in questo modo anche il suo nome sarebbe stato ricordato nell'elenco di coloro che permisero la decorazione della Sistina.
Vediamo insieme come il grande artista ha strutturato il capolavoro!
L'affresco misura 1379 x 1200 cm, richiedendo in questo modo anni di duro lavoro. L'opera è stata realizzata da Michelangelo in cinque anni, dal 1536 al 1541 ed è possibile suddividerla in tre sezioni.
La prima sezione comprende gli angeli nelle lunette in alto. Gli angeli sono rappresentati mentre trasportano la croce e altri elementi che simboleggiano la passione di Cristo. Questa rappresentazione è molto importante, in quanto richiama alla mente di chi osserva il sacrificio che Cristo ha compiuto per garantire la salvezza degli uomini. A sinistra si notano gli "apteri", ovvero gli angeli senza ali che da un punto di vista estetico sembrano quasi reali. Nella lunetta a destra è presente un altro gruppo di angeli che evidenzia la forza e l'emozione nel trasportare la colonna di Gesù. Infine, sempre in alto a destra si nota la scala utilizzata per inchiodarlo sulla croce.
Parlando della seconda sezione si fa riferimento alla parte centrale dell'affresco, cioè Cristo Giudice e la Vergine Maria. Al centro è raffigurato Cristo circondato dai santi con sua madre a fianco. Gesù è rappresentato con il braccio destro alzato, un gesto di dannazione, mentre con la mano sinistra invita i beati vicino a lui. La Madonna è raggomitolata e impaurita sotto il suo braccio. Maria in questo caso rappresenta l'aspetto dolce del divino che non smette di mostrarsi neanche durante l'ultimo drammatico istante. Sopra il Cristo Giudice si trovano alcuni angeli che portano la corona di spine, i dadi con cui giocarono le guardie e la spugna con cui era stato abbeverato. Inizialmente, Michelangelo aveva avuto l'incarico di dipingere solo i 12 apostoli, ma finito l'affresco i personaggi rappresentati sono più di 3000.
A sinistra si riconosce Sant'Andrea, girato di spalle con la sua croce in mano e San Giovanni Battista. A destra, invece, è raffigurato San Bartolomeo e sulla pelle che tiene in mano vi è un autoritratto di Michelangelo.
Nella fascia inferiore sono rappresentati gli angeli che annunciano l'Apocalisse, permettendo l'ascesa dei giusti e la caduta dei peccatori all'inferno. Infatti, la parte in basso del Giudizio Universale è suddivisa in due sottoscene: la prima raffigura gli angeli annunciatori, la seconda riguarda lo scenario infernale. Al centro, invece, si trova l'Arcangelo Michele che sfoglia il Libro degli eletti. A sinistra si nota l'ascesa dei più meritevoli, mentre a destra è rappresentato l'inferno con i dannati su uno sfondo di un cielo rosso fiamme. Infine, tra i personaggi rappresentati è presente Caronte che con i remi e i demoni obbliga i dannati a scendere dall'imbarcazione per condurli difronte a Minosse, il quale ha il corpo avvolto dalle spire del serpente.
Cappella Sistina: curiosità
Come già detto, la Cappella Sistina è famosa in tutto il mondo per i capolavori d'arte presenti al suo interno. Una cosa che forse non tutti sanno è che Michelangelo non accettò volentieri di decorare la volta e il Giudizio Universale, in quanto riteneva di spiccare maggiormente come sculture.
Inoltre, a causa del Giudizio Universale ci fu una pesante discussione tra Michelangelo e il Cardinale Carafa. Michelangelo venne accusato di immoralità e oscenità, perché nell'affresco aveva dipinto figure completamente nude nella chiesa più importante della cristianità. Per questo motivo venne organizzata la "campagna delle foglie di fico", una campagna di censura, per coprire i genitali dei personaggi rappresentati.
Infine, altra curiosità è che Michelangelo mentre lavorava iniziò a soffrire di un difetto visivo, che lo costringeva ad alzare all'altezza degli occhi il documento che stava leggendo, molto probabilmente conseguenza di una prolungata postura orizzontale. A causa dell'utilizzo di certi tipi di pigmenti e all'acido tartarico, Michelangelo soffrì di una probabile intossicazione da piombo. Tutto questo avrebbe determinato la comparsa della Gotta, da lui spesso lamentata.